Un viaggio tra enigmi e meraviglia della rocca che si specchia nel lago
"Che sia costruita la torre castellana!", così tuonó il gran signore un giorno d'estate. E subito mastro Antonius de Rimella radunò i suoi aiutanti per avviare il cantiere. Non sapevano esattamente come concretizzare il progetto del loro committente: sicuramente avrebbero dovuto lavorare lontano dalle acque e vicino alle mura. "Mastro Antonius, e se cadiamo nelle acque lacustri?", chiese un giovane manovale.
"Suvvia, basta non guardare lo laco e tutto si può fare", rispose l'uomo strofinandosi velocemente i palmi delle mani incitando gli uomini al lavoro. Il sole era un buon aiutante e nell'arco di qualche settimana riuscirono a realizzare la grande torre.
"Ecco a voi, signore, la torre".
Il gran committente sali' le scale e vide quanto era stato svolto. "Un lavoro eccellente", pensò.
Dopo la torre venne realizzata una ala in onore della famiglia del gran signore. E tutto procedeva nel migliore dei modi. La fortezza lentamente si ergeva sulla rocca specchiandosi nel bacino d'acqua.
Messer Julius de Vallis Sicida non appena le pareti vennero rinsaldate incominció ad occuparsi delle decorazioni. "Una fortezza che si rispetti deve riflettere gli onori di chi ci vive, siamo intesi?" Disse l'artigiano ai suoi collaboratori.
"Quali figure dobbiamo fare?" Chiesero in coro gli artigiani.
Intervenne a quel punto il signore: "Su cosa voi riponete lo core".
Il capomastro rimase sbigottito, quello pronunciato dal padrone sembrava un enigma. Cercò allora di avere qualche dettaglio in più ma il committente spari' velocemente per una battuta di caccia. E così Julius si affidò all'esperienza: lavorando dai Conti novaresi aveva appreso che ogni famiglia signorile desiderava ricordare a se stessa le vittorie raggiunte sul campo di battaglia, la magnifica sovranità sul territorio e la propria grandezza. Facendo tesoro di questi particolari prese un carboncino e disegnò qualche schizzo. Lo mostrò ai suoi aiutanti. Cominciarono a raffigurare sottoforma di narrazione storica le imprese del proprietario della fortezza con il signore del territorio vicino. Per la sala delle Cerimonie utilizzarono invece simboli e figure a soggetto profano mentre nella sala di giustizia spazio alle volte a botte per mostrarne la grandezza.
Ci volle del tempo. Ma il risultato fu davvero stupefacente. Il giorno della presentazione tutti rimasero colpiti. "La grandezza. Impeccabile mastro Julius", si limitò a dire il signore.
Secoli, stagioni, battaglie e dominazioni passarono, ma ancora oggi seppur siano trascorsi quasi 700 anni quei dipinti sono ancora perfettamente conservati. E allora per vederli, basta scostare le porte delle Sale di quella meravigliosa fortezza e lasciarsi incantare da quell'arte che è riuscita a convincere il tempo a fermarsi un poco.
Questo breve racconto si ispira alle vicende legate alla realizzazione della Rocca di Angera, sul Lago Maggiore.
Foto web
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