La leggenda sulla nascita delle grotte



In un tempo così lontano che non si può quantificare, accadde un giorno qualcosa di particolare. 

La terra iniziò a discutere con i rivoli d'acqua. "Vogliamo arrivare in superficie, guardare il cielo", sussurravano in coro, ma lei non voleva saperne di dar loro ascolto. 
"State sottoterra, qui non servite" ribatteva l'argilla. Il sasso si increspò divenendo roccia, dura e indistruttibile.
Gli arbusti colsero l'occasione per crescere rapidamente in tutti gli anfratti possibili e immaginabili ma non riuscivano a far fiorire i germogli. La situazione divenne ben presto esplosiva.

Una notte decise di intervenire la Luna: "Orsù, cosa sta accadendo qui, in questo anfratto di tempo?", disse lei.

Le piccole sorgenti fecero eco spiegando la volontà di raggiungere la superficie per vedere il sole e aiutare i fiori a germogliare.
La terra si oppose. Ne derivò una contesa fervida e accesa.
La roccia si rabbuiò con la terra: "Se tu argilla non vorrai aiutare, provvederò io". Protendendosi verso il manto celeste i grandi blocchi di pietra iniziarono ad assumere forme simili a grandi promontori. Lo spazio quindi mutò. Lentamente le sorgenti cominciarono a scorrere nel cuore delle rocce e via via si fecero strada nelle valli.

E così, dalle madri rocce nacquero le grotte, le sorgenti e i fiori.

Questo breve racconto si ispira al paesaggio meraviglioso delle grotte di Ara, a Grignasco, provincia di Novara.

Foto di chi scrive 


Ti potrebbe interessare anche questa storia

Commenti