Il coraggio indomabile di Camilla, cavaliere e diplomatica medievale

 






Camilla non era una ragazza del suo tempo. Lei non amava per niente le vesti adorne, i banchetti e le danze medievali. Al compimento del sedicesimo anno di età, il padre, il signore Tizzoni di Romagnano, la convocò nel suo studio.

"È ora che tu prenda marito", le disse.
"Giammai, padre", rispose lei con una certa insolenza.
"Come osi rispondere così a tuo padre?" Rispose lui.
Lei fece spallucce e siccome da qualche tempo immaginava che il suo ingresso nella vita mondana alla ricerca del consorte sarebbe presto arrivato, propose al padre un accordo.
"Propongo uno scambio: se io riuscirò a conquistare il Prato vicino alla Sesia, non mi sposerò e diverrò un cavaliere".
Il signor di Romagnano rise a crepapelle.
"Come pensate di esserne capace, che non avete mai cavalcato nemmeno un cavallo?"
E le risate continuarono per un bel pezzo a riecheggiare nel salone degli arazzi.
"Voi non vi preoccupate. Stiamo ai patti".
Si strinsero la destra, mentre il Tizzoni sogghignava.
Il giorno successivo, con le forze che aveva radunato di nascosto da qualche mese, cominciò a lavorare per conquistare la terra vicina. Ma a differenza di quanto venne fatto sino ad allora, lei usò tanto le parole.
Con un intreccio di accordi silenziosi, patti e scambi, riuscì a trovare la collaborazione della famiglia che dominava il terreno. Senza spargimento di sangue.
Bisognava però far capire al Tizzoni che era giunto il momento di cambiare il modo di intendere il mondo. E allora Camilla si mise d'accordo con i soldati del Prato di Sesia e simularono una battaglia. Non appena il Tizzoni seppe dello scontro si avvicendò per conoscere gli sviluppi.
 "Preparate i pretendenti - disse ai suoi consiglieri - Camilla perderà ".
Ma quella ragazza era scaltra. La battaglia finta avvenne. I soldati simularono bene, e caddero per finta come carte al vento.
Il Tizzoni appena seppe dal messaggero l'esito della vicenda rimase allibito, in silenzio, sul suo scranno.
"Padre...eccovi il vostro territorio conquistato", disse orgogliosa Camilla, strizzando l'occhio al suo braccio destro.
"Io...io...sono senza parole", disse Tizzoni.
La giovane allora rivelò il suo meccanismo aggiungendo:
"Lasciamo le armi a terra,  conquistiamo i traguardi con le parole gentili e permettiamo di vivere in piena libertà".
L'uomo non seppe che fare se non abbracciare la figlia e condividere i suoi propositi.

"Tuttavia la storia di Camilla si perse nelle pieghe del tempo - spiegò la docente agli allievi -. Probabilmente la società medievale non era pronta ad accettare il coraggio e la caparbietà di una giovane. Oggi però siamo qui a riflettere su questa storia, di cui si sono perse le tracce e quindi possiamo interpretare come leggenda. Valutiamola però perché di fondo c'è una esperienza che insegna ad andare oltre i confini per raggiungere nuovi traguardi".


Questo racconto si ispira alle raffigurazioni della Cappella dei Santi sita in Romagnano Sesia. Gli affreschi sono stati commissionati davvero dalla famiglia Tizzoni, nota e tra le più celebri nel periodo medievale. 

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