I baci di dama piemontesi: una leggenda d'amore tutta da scoprire
Mirò è seduto in un piccolo tavolino di ferro, nella osteria di Lù. E' intento a riordinare gli ultimi fogli da consegnare all'insegnante di storia in vista degli esami di maturità.
''Mirò, sei pronto?"
La voce di Lù arriva prima della sua presenza al tavolino. È la proprietaria della locanda, memoria storica del piccolo borgo piemontese e grande cantastorie oltre ad abile cuoca.
Porta avanti la attività da tempo immemore ed ora c'è la nipote che le offre un aiuto.
Le mani nodose sono sempre intente a preparare splendidi manicaretti legati ovviamente alla tradizione piemontese.
"Ma si, diciamo di sì va..." risponde il ragazzo.
"Vedrai che andrà tutto bene!"
"Eh...speriamo.''
"C'è altro che ti preoccupa?"
Lù non era solo una ottima cuoca. Era proprio una brava locandiera, di quelle che davvero sanno afferrare al volo lo stato d'animo dei suoi avventori.
"Settimana prossima ci saranno gli esami e mi spiace un po'il pensiero che sia finita la scuola..."
"La vita è fatta di cicli - spiega la donna -. Iniziano, si concludono e ricominciano. È un po'come quando prepari un dolce. Metti gli ingredienti, impasti, cuoci e sforni. Poi assaggi. Il dolce si conclude ma alla fine ciò che conta è quello che ti ha lasciato".
"Grazie.."
Lù torna un attimo in cucina e pochi minuti dopo si riaffaccia alla finestra rivolta verso Mirò.
"Chiudi gli occhi e assaggia" e gli porge piccoli biscottini.
"In lontananza un clavicembalo suona una melodia allegra. Il profumo di fiori di gelsomino si diffonde annunciando l'arrivo dell'estate- racconta Lù-. Re Vittorio Emanuele II è pensieroso. In questi giorni ha conosciuto una dama splendida, conosciuta da tutti come la Bela Rosin. E oggi la rivede. Per l'occasione però deve preparare una sorpresa. Qualcosa che sia brillante e indimenticabile. Mentre ascolta il musicista intento a suonare, all'improvviso gli viene un guizzo. 'Un dolce, nuovo per la mia Bella', così chiede ai cuochi di corte. I cuochi reali si mettono immediatamente al lavoro tra farina, zucchero, uova e cioccolato. Mani sapienti modellano la chicca mentre i raggi del sole fanno brillare l'acqua della brocca delle ortensie sul davanzale della cucina. I pasticceri sfornarono le teglie.
Piccole boule di frolla, nocciole dei possedimenti del re e cioccolato a forma di bacio.
'Ecco maestà, i nostri baci di dama per voi'
Il re osservò il nuovo dolce. Osservandolo era molto diverso dal solito: per dimensioni e di ingredienti.
"Proviamo", e prende un bacio.
Una manciata di secondi per fare un viaggio sensoriale speciale.
"Divino", così si esprime il sovrano.
"Preparatene un vassoio per la gentile ospite che avremo nel pomeirggio"
E così appena la Bella Rosina entra nella sala dei ricevimenti viene colta da un profumo di cacao e frolla.
Un sorriso le sboccia sulle labbra.
Il sovrano la accoglie raccontandole dei dolci creati in quella giornata.
E quello che doveva essere un semplice presente per una meravigliosa dama divenne con il tempo un simbolo della cucina piemontese, al di là del tempo, della storia del re e del nostro Piemonte."
Mirò riapre gli occhi e vede la anziana con il sorriso al di là della finestra.
"Grazie Lù, forse è poco questa semplice parola ma contiene la mia immensa gratitudine per te".
"Di nulla Mirò, corri verso il tuo traguardo e ricorda che ogni esperienza arricchirà il tuo cuore, al di là del tempo".
Questa Briciola si ispira ad una leggenda legata al tipico biscotto piemontese.
Commenti
Posta un commento