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La donna che ha cambiato la storia della fotografia

  New York, anni Quaranta. Vivian Maier cammina tra la folla, capelli corti sotto un cappellino, macchina fotografica stretta al petto. Nessuno la nota, e forse è proprio quello che vuole. Percorre le vie e si riflette nelle vetrine dei diner e dei negozi all’angolo della 55th Street. Scatta la foto al bimbo che piange vicino alla mamma, in attesa alle strisce pedonali. Poi si volta e vede due innamorati che si sfiorano con le mani. “Vivian, Vivian!” chiama una bambina. È una delle figlie dei suoi padroni. Per un attimo si dimentica di essere una semplice tata. Lei è prima di tutto una fotografa. “Vieni, Belle, ecco come inquadrare e come scattare la foto”, le insegna con calma. Non ha mai pensato di vendere le sue istantanee: scatta senza scopo economico, solo per puro e crudo amore per la fotografia. Sbaglia? Sua madre glielo ripeteva in continuazione prima che iniziasse a fare la tata: “Ti devi sposare, non badare alle foto… Non camperai con quello. Mettiti a posto e poi ved...

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