Profumo di legno e cera
In un vicolo di un piccolo paese c'è una botteguccia. Al suo ingresso due vasi di gerani e un cartello: "Qui rivivono 500 anni di storia".
Come quando sfogli per la prima volta le pagine di un libro e vieni catturato da quell'essenza ineguagliabile, difficile da scrivere sulla carta, così, non appena si varca la porta di quel laboratorio artigianale si viene investiti da un profumo di legno e cera. Da un lato anime di abete, acero, ebano, salice, pioppo, palissandro, mogano e cedro; dall'altro mastro Matteo.
L'artigiano sceglie il materiale da utilizzare e comincia a leviagarlo sapientemente. In un secondo momento, si volta verso l'armadietto degli utensili per prendere l'arnese utile per la misurazione della tavola armonica. Procede con grande attenzione perchè anche solo un millimetro potrebbere essere determinante nella resa del suono. Lentamente modella il materiale sino a che riesce ad addolcire le curve nei punti più aspri. L'operazione richiede grande attenzione. E in quell'istante si intrattiene un istante pensando al debutto di quello strumento tra le dita di un altro maestro.
Incide quindi le effe dando il cuore a quell'opera. Vernicia dunque il riccio, scendendo con il pennello verso la cassa armonica. E in quell'istante si espande un profumo dolciastro di vernice misto a cera.
Mastro Matteo prende allora il violino creato e lo dispone sull'apposito tavolo ad asciugare.
Si siede su una poltroncina in vimini e osserva la sua creazione che si trova esattamente accanto ad una pergamena del 1550. L'antico documento sanciva la prima vendita di un "violino della botega di messer Finetti".
Matteo sorride: "Tanti sacrifici ma anche tante soddisfazioni, e chissà che potrebbe dire il messere cinquecentesco della nuova bottega - dice tra sè e sè -. I tempi sono certamente cambiati ma l'accuratezza nel creare il noto strumento musicale è sempre la stessa".
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